sabato 26 gennaio 2013
venerdì 18 gennaio 2013
PUNTO DI RIFERIMENTO
PUNTO
DI RIFERIMENTO.
In questo mattino
di Gennaio c’è nell’aria
Il sapore delle
Alpi dal profumo di neve,
i tetti lambiti
dal vento freddo non
riescono a liberarsi
e a far sciogliere la brina.
Da sopra le case,
dietro il curvo orizzonte,
spunta un chiaro
ma pallido sole mentre la
città diffonde
quel continuo
e lontano rumore
del traffico.
Per un istante, si
dissolvono i pensieri,
la malinconia, il dolore, ma solo per poco.
I colori del cielo
e delle montagne in lontananza
mi ricordano i
tuoi occhi, che per anni, da
sempre ci hanno
guidati per sentieri sicuri,
superando ogni
difficoltà che la vita
inevitabilmente non
ci risparmiava.
Insieme abbiamo
affrontato tutto, con la
brillantezza delle
Tue idee, con il calore
del tuo amore, vincendo
grandi e piccole insidie.
Adesso sei volata
in cielo, dall’alto mi guardi
e continui a
indicarmi la via, la luce,
nel buio crescente
della mia vita.
Sei il mio unico
meraviglioso angelo,
per il quale provo
sentimenti che non trovo le parole,
o comunque, non
sarebbero sufficienti per poter spiegare.
Sei l’angelo che
ho amato e che amerò per sempre.
Guardo le
montagne, splendidamente innevate,
un panorama
mozzafiato, ma diventa meraviglioso
quando il mio
pensiero si porta un po’ oltre, quando
gli occhi mi
trasportano al di là della coltre bianca;
fissano il mio
punto di riferimento, rimbalzano
su quello
splendore, vanno su di Te che sei
lontana,
molto lontana, al
di là della mia immaginazione.
Ogni mattina, con
o senza sole, con o senza neve
da quelle montagne
e oltre, qualcosa brilla sempre,
qualcosa continua
a vivere, qualcosa che io continuo
ad ammirare con l’anima
aperta alla speranza e con
il cuore pieno di Te. Così serenamente guardo le
montagne, guardo e
ammiro il mio punto di riferimento.
Ciao ! Antonietta.
martedì 1 gennaio 2013
PRESENZA ETERNA
Ti presento una poesia, per
di Leo Buscaglia. “Noi possiamo
trasformare la disperazione
in speranza, e questa è magia.
Più semplicemente possiamo
asciugare le lacrime
e sforzarci di sostituirle con
i sorrisi “ Ciao ! ANTONIETTA.
Eterna presenza Pedro Salinas
Non importa che non ti abbia,
non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,prima ti guardavo,
ti cercavo tutta, ti desideravo intera.
Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi, le ultime prove.
Di starmi accanto ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì però lì fuori.
E mi accontentavo di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,che ai miei occhi
assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina a me, dentro.
Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla candela.
Come la luce è quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro che non vacilla mai
al tremulo corpo di fiamma che trema.
Come è la stella, presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto, sereno, del lago.
Quello che ti chiedo è solo che tu sia
anima della mia anima, sangue del mio sangue
dentro le vene. che tu stia in me
come il cuore mio che mai
vedrò, toccherò e i cui battiti
non si stancano mai di darmi la mia vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro, il segreto profondo
del mio essere, che solo mi vedrà la terra,
però che in vita è quello che si incarica
di sostenere il mio peso, di carne e di sogno,
di gioia e di dolore misteriosamente
senza che ci siano occhi che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza, né fuga, né mancanza:
non importa che non ti veda.
Prima ti abbracciavo,prima ti guardavo,
ti cercavo tutta, ti desideravo intera.
Oggi non chiedo più
né alle mani, né agli occhi, le ultime prove.
Di starmi accanto ti chiedevo prima,
sì, vicino a me, sì però lì fuori.
E mi accontentavo di sentire che le tue mani
mi davano le tue mani,che ai miei occhi
assicuravano presenza.
Quello che ti chiedo adesso è di più, molto di più,
che bacio o sguardo:
è che tu stia più vicina a me, dentro.
Come il vento è invisibile, pur dando
la sua vita alla candela.
Come la luce è quieta, fissa, immobile,
fungendo da centro che non vacilla mai
al tremulo corpo di fiamma che trema.
Come è la stella, presente e sicura,
senza voce e senza tatto,
nel cuore aperto, sereno, del lago.
Quello che ti chiedo è solo che tu sia
anima della mia anima, sangue del mio sangue
dentro le vene. che tu stia in me
come il cuore mio che mai
vedrò, toccherò e i cui battiti
non si stancano mai di darmi la mia vita
fino a quando morirò.
Come lo scheletro, il segreto profondo
del mio essere, che solo mi vedrà la terra,
però che in vita è quello che si incarica
di sostenere il mio peso, di carne e di sogno,
di gioia e di dolore misteriosamente
senza che ci siano occhi che mai lo vedano.
Quello che ti chiedo è che la corporea
passeggera assenza,
non sia per noi dimenticanza, né fuga, né mancanza:
ma che sia per me possessione totale
dell'anima lontana, eterna presenza.
dell'anima lontana, eterna presenza.
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