I giorni del silenzio.
Erano giornate, ottobre 2009, grigie, trascorse
tra le pareti malate di una casa o su qualche
letto di ospedale, comunque aria triste di quel
periodo che ha lasciato un segno indelebile nella
mia vita. I discorsi tra noi diventavano sempre
più radi come nuvole nel cielo di piena estate.
palpebre, quando vincevano la stanchezza
il Tuo sguardo fissava il vuoto, non cercavi
nessuno, perché nessuno Ti poteva aiutare;
Ti prendevo la mano e allora il Tuo volto
accennava quel sorriso stanco, ma meraviglioso,
pieno di tante parole; mentre le lenzuola bianche
vestivano e esternavano la Tua sofferenza.
Quel soffio di vita risuona ancora e per sempre
nelle nostre case, in me è come un dolce suono,
perenne, di una campana; aleggia nel fiume di
parole, che ricordo, Ti sciorinavo, pensavo che
potessero piacerti, invece Ti disturbavano.
Giorni dominati da angoscia, solitudine e silenzio.
Cullo nei miei ricordi, quel fiume, ma anche gli altri
fiumi di parole,degli anni vissuti insieme, fiumi
alimentati da rivoli di gioia, di felicità, di amore.
C’è molta amarezza perché quel giorno amaro
di ottobre immobilizzò definitivamente le Tue
palpebre, vanificando per sempre i Tuoi progetti,
i nostri progetti, portandosi via la Tua vita
e distruggendo la mia. Avrei preferito……
E’ stato il giorno dell’ultimo silenzio, adesso
Ti parlo, Ti ascolto, Ti chiedo, Ti penso e sono
Lì con l’aria di seguire il volo delle nuvole, a
stringere a me quei messaggi di serenità
che ognuna mi lancia, con l’identità del Tuo sorriso.
Non potrò mai dimenticare il giorno dell’ultimo silenzio,
come non dimenticherò neanche un attimo della nostra
vita vissuta insieme e intanto guardo il cielo, da
qualche parte c’è sempre almeno una nuvola che mi cerca,
il mio volto si rasserena nel pensare al contenuto del
messaggio che mi arriverà. Grazie nuvola..Grazie cielo.. Grazie ANTONIETTA.
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