Caldo torrido di una estate. Sul volto stanco
gocce che s’inseguono, altre che sostano tra le rughe.
Asciugo solo le lacrime, m’illudo di attutire il dolore,
continuo a sorridere al mondo e a respirare un’aria
che sa di niente come non mi appartenesse più.
La luna illumina un normale respiro e grida il tuo nome.
Avvolto dai miei pensieri m’inchino ad un alba che
sembra tramonto, mi aspetta il giorno e mi preparo
per la notte. Come respirare nel vuoto, cibarsi
senza cibo, amare senza amore, o di un amore senza
luce, è un vivere come morire. Mentre intorno
la vita vive con i suoi canti e i suoi sorrisi.
I miei passi vanno nei ricordi vivi, bruciano tra sogni
che inseguono realtà e poi si accontentano di illusioni.
Vivo magie che si nutrono d’amore vero e resistono avvinghiate
a speranze che rifiutano morire. Scavalco fossati minati per
poi nascondermi nei cartelli appesi al cielo che grondano
lacrime e che i venti muovono in dolce danza sinfonica.
Forse non è vivere, ma continuo a cercarti, e ti ricorro,
e ti cerco ancora. Ad ogni silenzio il mio cuore appeso a
fili di malinconia chiede al mondo il tuo nome.
Nel mio cielo ti cercherò ancora, e sempre con canzoni
nuove ma che solfeggiano solo il vecchio grande amore,
accordate su unica nota A N T O N I E T T A.
Nessun commento:
Posta un commento