Una piuma sulle mie spalle, no, una mano. Una carezza? No! Di più: sono di buon umore e assaporo un particolare, distratto piacere. Quando con la mia tento di sfiorarla non c’è più, ma continua il benessere e un eco si al-lontana “Grazie! Per farmi partecipare alla vita”.
Forse non sto bene e connetto male, no, credo di stare bene ma non connetto proprio, fatto sta che la mano sulle mie spalle non si vede ma sento il suo tepore. Seguo il movi= mento delicato fino a sentirmi camminare sul petto e resto nella meraviglia dei raggi del sole che riempiono le impronte delle sue dita.
Stanco delle illusioni, del sentire e non vedere ma quando le cose si presentano vestite da realtà non si può far finta di niente. Una mano continua a scaldarmi meglio dei raggi del sole, mi sfiora senza parlare come un alito di vento e senza far rumore come il silenzio mi parla.
Come i nostri mari s’incontrano sotto la loro superficie così i nostri cieli si uniscono sopra l’ultimo strato, si accarezzano, si abbracciano fingono di dividersi all’alba ma rimangono uni= ti, insieme come detta la costituzione del cuore. La tua mano per proteggermi e per unire i cieli.
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