Gli occhi bruciano ma niente lacrime, come promesso, le ciglia riescono a trattenere, è pal= pabile le tristezza nostalgica, un lamento silen= zioso di un pianto represso. Aspetto i raggi del sole che prosciugano il liquido lacrimale per poter vedere danzare un fiore nel mio giardino.
Povero cuore non parla, non vede, ascolta l’eco di una voce nel silenzio della sera che intona una canzone d’amore e quando le stelle riempiono il cielo di luce diventa preghiera d’amore. Nel suo mutismo coltiva ancora l’illusione di riabbracciarti e così nelle notti la mia mano riempie fogli di dolore e nostalgia.
Come automi passi strani nelle ore di quei tempi, l’amore dettava il fare di interi giorni. Potevamo tentare di fermare il tempo! Ma non era necessario perché eravamo convinti che continuasse così, ma il tempo da solo nulla può occorre l’autorizzazione scritta dal destino, o….
La nostalgia galleggia sul liquido dietro le ciglia chiuse, a volte esagera in commovente dolcezza ma il più è di struggente dolore e vorrebbe tor= tormentare in eterno la mia vita. Nostalgia! Non mi farai piangere, non mi farai proprio niente, perché nelle mie notti buie c’è sempre Lei che splende e fa splendere la mia vita, sei perdente.
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