Il
volersi bene, sul trono dell’amore si affermava
con
il massimo del vigore, era il bello senza fine…
Un
onda di ghiaccio sommerse tutto, raso al suolo
fino
all’infinito, ha tolto il respiro anche all’aria.
Due
orizzonti, ormai trasparenti si cercano con
il
sorriso che però s’infrange nel vuoto, non ci
incontreremo
mai più. No! Neanche per sbaglio ci
sarà
più luce nei miei occhi, mai i colori del tramonto,
né
il frizzante mattutino dell’alba, men che mai i raggi del
sole
scalderanno i passi incerti e sperduti nei dolenti giorni.
Che
mi resta, ora che il nulla riempie i miei occhi?
È
difficile passare da un mondo a colori danzante a sfumature
e
di grigi a velare tristezza. Eppure, ormai lontano, nascosto
ma
vivo, rimane quel delizioso ricordo, con passo lento cavalco
quel
tempo che mi ha chiuso nel suo recinto dandomi il necessario.
Nel
recinto, non dovrei, ma quel dolore che stringe lo
stomaco
e strozza la gola, mi sprona a narrarlo e come
posso
non farlo se dorme e vive con me? Mano nella mano
cerchiamo
un goccia di quei colori…. per coprire un po’ di grigio.
Volo
nel cielo, ripasso il lento fluire del passato, la rabbia
repressa
tormenta le nuvole affinché liberino acqua nel
terrestre,
anche solo per il tempo necessario di un saluto
per
poi ritornare ancora nuvole per saluto ricambiare.
Luna
perché ascolti, immobile, tu estasiata osservi
il
bagliore riflesso dei suoi occhi, perché tu incantata
per
la sua bellezza non le porgi, sulla guancia, una carezza
come
mio dono? Perché non asciughi le sue lacrime…..come
per
incanto si asciugherebbe anche il mio viso e annegherei
nel
tuo gesto.
Quel
pensiero in libera uscita che si ostina a gironzolare
sempre
nello stesso quartiere, vorrei, non esiliarlo, ma
riposasse
un po’, invece non è possibile, silenzioso s’infiltra
in
ogni crepa, in ogni piega e ritorna, e vivo in quel ricordo
dolce
e ricorrente, piacevolmente prigioniero di te.
Ciao!
Antonietta.