Per la camera dovrei piangere continuamente
al ricordo di come tu la tenevi normalmente,
non piango perché rimane molto accogliente
sa di te, la vivo e la custodisco gelosamente.
Le dedico del tempo, il necessario ogni giorno
ma qualcosina lascia desiderare nell’intorno,
però mai e per nulla al mondo la trascurerò
del tuo insegnamento tutta la mia vita godrò.
Le mattine spalanco al nuovo giorno le finestre
aspettando quel profumo che sapeva di ginestre,
l’aria fresca risolleva l’umore e mi vesto di te,
grazie a un po’ di fantasia sorvolo tanti perché.
Se i colori dell’alba tingono le ore del giorno
il fresco della notte annuncia il tuo ritorno,
poi però il buio torna e si copre di malinconia
e le mie mani giocano con una tua fotografia.
Dalla nostra stanza vaga lontano il mio sguardo
in cerca del tuo viso, per riavere il mio stendardo,
dalla luna aspetto con ansia un segnale preciso
e prima o poi tra le nuvole apparirà il tuo sorriso.
Ti cerco ovunque ma è tra le pieghe dell’azzurro,
e sotto il luccichio delle stelle che aspetto un sussurro,
il mio sguardo per trovarti, arriverebbe dove tu vuoi
la camera è rimasta come allora, siamo sempre noi.
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