Non si sente più parlare di te, ma forse, solo
per chi non ha voglia di sentire, a me intorno
le labbra delle cose che solo hanno visto i tuoi passi,
gridano il tuo nome e si colorano del tuo ricordo.
Sono fermo qui dove tu mi hai lasciato, abito nei tuoi
vestiti, trovo la forza per sorridere alle tue piante
che cantano ancora la tua gioia mentre con passo
confuso e occhi lucidi rassetto, come so, la nostra casa.
Non mi stanco di osservarti, di ammirarti, di rivivere
ogni momento della tua vita, e ogni volta con il permesso
della commozione mi vien voglia di cantare il mio orgoglio
per avere avuto al mio fianco, per troppo poco tempo
purtroppo, una persona esemplare in tutto, che mi ha ammantato
di attenzione e di quella gaiezza che caratterizzava il suo stile.
Non mi chiedo più quante e come sarebbero state
le primavere con i prati in fiore e cielo senza nubi.
Tra le cose sognate o rivissute e l’infinito c’è sempre
il buio, lo stesso che interruppe la nostra poesia
macchiandola di dolore, ma oltre , ancora più in là, da
dietro le nuvole un viso mi sorride e con la mano mi saluta.
Nessuna alternativa di percorso, sono sempre in quel
sentiero che mi riporta al ricordo pieno e vitale,
cammino tra tanta gente ma le strade sono deserte,
i miei passi inutili e senza rumore vanno lontano a
calpestare il buio alla rinfusa, fino a quando la voce della
luna non mi chiama, per appendere il tuo nome alla sua luce.
Nel vuoto, il fuoco dovrebbe spegnersi, invece, immagini
nella polvere della notte giganteggiano ……il fuoco brucia,
brucia, ma non diventa mai cenere. Le pareti della nostra
casa trasudano lacrime senza parole, evaporo in silenzio,
mentre gli occhi assediati dal bruciore assistono al volo dei
miei pensieri che s’infrangono contro il buio della notte.
Nel vuoto rimane il mio volerti bene e pensarti…..la sera
preparo cena , ma è presto !…. Verrò a prenderti e poi
metterci a tavola…e qualche lacrima scende……Ciao ! Antonietta.
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